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Capitolo 20 Il Governo della famiglia di Dio, Manca il testo 1

26. Allora egli fuggì molto più oltre, verso il Mattino, e giunse in una vasta pianura. Qui egli cadde sfinito a terra, e dormì tre giorni e tre notti. Ma poi un vento impetuoso si sollevò dalle montagne, destò i dormienti, e sibilando e rumoreggiando sferzò le vaste pianure; e finalmente si calmò dove il paese era più basso. Ora questo paese si chiamava ‘Nod’, cioè ‘il fondo asciutto del mare’.

27. E Caino allora guardò di nuovo le alte cime dei monti, e non vi scoprì più immagini di uomini, ma non sapeva cosa dovesse fare. E dopo una breve attesa nel suo smarrimento, protese le sue braccia ed esclamò ad altissima voce: «Signore, o giustissimo Dio, se da questa grande lontananza il mio grido giunge ancora al Tuo orecchio, volgi lo sguardo, di grazia, oltre a quelle cime, per amore di questi miei figli e di mia moglie, verso questo fuggitivo che la Santità dei Tuoi occhi ha segnato sulla fronte con la macchia che testimonia la notte del peccato, e mi facesti tale macchia perché, se avessi avuto la fronte non segnata, nessuno mi avrebbe riconosciuto quale autore del grande misfatto. Ma esso è invece segnato sulla fronte, sulle mani e sul petto del grande peccatore, il cui peccato è tanto grande che non potrà mai più venirgli perdonato»

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