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Capitolo 2 Dall’Inferno al Cielo, Manca il testo 1

Prime impressioni del giustiziato nell'aldilà

Consapevolezza della sensazione di vivere

1. Ora ci si domanda: come giunse la sua anima e il suo spirito nell'eterno mondo dello Spirito?

2. A questo punto deve essere osservato che la maggior parte delle persone che perdono la loro vita terrena in modo violento attraverso un tribunale penale, giungono nel mondo dello Spirito con un cocente sentimento d’ira e di vendetta contro i loro giudici e, per un certo periodo, si aggirano deliranti come delle furie. Per questo motivo, tali neo-arrivati, se sono realmente criminali contro i Comandamenti di Dio, quindi fondamentalmente malvagi, vengono spinti subito nel loro elemento vero e proprio, nell'Inferno, per esercitare là la loro vendetta. Non appena però la loro vendetta si è un po' raffreddata, tornano di nuovo nel vero e proprio mondo dello Spirito e cominciano lì di nuovo, certamente su vie molto limitate, a compiere la loro prova di libertà.

3. Ma spiriti del genere del nostro uomo che giungono nell'Aldilà, giudicati soltanto come criminali politici contro le leggi del mondo, all'inizio vengono trasferiti soltanto in uno stato privo di luce. Nel quale stato essi si trovano come ciechi e quindi, non scorgono nemmeno essere sul quale raffreddare la loro cieca vendetta. Grande ira e grande vendetta già presso gli uomini su questo mondo terreno hanno per effetto che essi divengano letteralmente ciechi per l’ira e cocente collera. Tanto più nell'Aldilà queste malvagie passioni suscitano nell'anima e nello spirito uno stato di totale cecità. E in questo stato tali spiriti sono lasciati fin tanto che la loro vendetta si trasformi in un sentimento d’impotenza. L'anima, profondamente offesa e oltraggiata, sentendo la propria impotenza, comincia a piangere, cosa che in verità trae origine anche dall'ira, ma a poco a poco la allontana e la indebolisce.

4. Nell'aldiquà il nostro uomo non poteva far altro che salvare il più possibile la propria dignità di uomo. Perciò egli si mostrò anche deciso e sprezzante della morte durante la sua esecuzione – cosa che però in verità non era assolutamente il caso, egli, infatti, sentiva oltremodo forte dentro di sé la paura della morte, e questo tanto più che, come neo-cattolico convinto, non credeva assolutamente ad una vita dell'anima dopo la deposizione del corpo.

5. Ma circa sette ore dopo la sua esecuzione, poiché la sua anima si era, in un certo senso, di nuovo qua e là raccolta, si convinse rapidamente dell'infondatezza del suo credo terreno e si accorse ben presto di continuare a vivere. Allora però la sua convinzione del proseguimento dell'esistenza dopo la morte si trasformò in un'altra cosa da non credere: egli ora credeva tra sé e sé di essere stato certamente condotto sulla piazza delle esecuzioni, ma di essere stato fucilato soltanto apparentemente per provare completamente la paura della morte. L'ufficiale gli avrebbe fatto bendare gli occhi affinché non si accorgesse degli spari a vuoto nell'aria, ed egli si sarebbe accasciato soltanto tramortito dalla paura. Privo di sensi sarebbe stato poi portato in un carcere assai buio, da dove sicuramente una protesta immediata dei cittadini della Germania lo avrebbe riportato all’auspicata libertà.

6. Ora lo disturba soltanto la forte oscurità. Il suo luogo di dimora gli pare un buco oscuro che non gli sembra tuttavia umido e maleodorante. Egli si tocca anche i piedi e le mani e trova che non gli sono messe da nessuna parte catene. Così cerca di ispezionare la grandezza del suo carcere e com’è costituito più o meno il suolo. Chissà se nelle sue vicinanze non si trova forse un tribunale segreto?

7. Si sorprende però molto quando non scorge nessun suolo e tanto meno una qualche parete nel carcere; e in secondo luogo non riesce nemmeno a trovare una qualsiasi amaca nella quale egli si ritrovasse magari sospeso in un libero spazio vuoto di una catacomba.

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