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Capitolo 7 Spiegazione di Testi Biblici

1. Anche qui vi sia lasciata di nuovo libera scelta di citare uno di questi soli centrali dal Libro della Vita; dunque scegliete un testo!

2. "Questi andò da Pilato e lo pregò di dargli la salma di Gesù".

3. Avete scelto il testo, ma non posso aiutarvi, se scegliete proprio quei testi che si adattano perfettamente alla nostra causa.

4. Giuseppe di Arimatea andò da Pilato e lo pregò di dargli la salma del Signore, che da Pilato gli venne anche data.

5. Questo Giuseppe di Arimatea era un amico di Nicodemo e lo fece più a nome del suo amico che a suo proprio nome. Infatti Nicodemo era in segreto un grande veneratore di Cristo, ma per una certa paura dei sommi sacerdoti e dei farisei non osò fare una tal cosa del tutto apertamente; perciò diede questo incarico al suo amico, il quale pure era un grande amico di Cristo, ma del tutto in segreto. Questa breve spiegazione è necessaria per chiarire meglio ciò che segue.

6. In che modo dunque questo testo e propriamente questo piccolo avvenimento si adatta alla nostra causa?

7. Raffiguratevi in "Nicodemo" il segreto Amore per il Signore; in "Giuseppe di Arimatea" invece raffiguratevi la Fede nel Signore.

8. Che cos'è la Fede in relazione all'Amore? È la sua aiutante. Così anche Giuseppe di Arimatea qui era l'aiutante di Nicodemo, colui che amava segretamente il Signore.

9. Ma che cosa chiese la Fede a Pilato? Chiese la salma del Signore, l'avvolse, dopo averla tolta dalla Croce, in bianchi lini, mentre in precedenza aveva unto la salma con preziosi aromi e poi la depose in una tomba appena scavata nella roccia, nel proprio giardino; una tomba in cui mai nessuno era stato messo prima.

10. Che cosa indica dunque tutto questo? Tutto questo indica la brama di sapere della Fede nel suo appagamento. Questa brama di sapere, di per sé nobile, cerca tutto l'immaginabile per trovare un appagamento vivo.

11. Essa va da Pilato e chiede l'autorizzazione; il che equivale a: "Tale brama di sapere va dal mondo e cerca in esso tutto il possibile che potrebbe servirgli a conferma della verità".

12. Quando ha ricevuto dal mondo tutto ciò che cercava, si rivolge poi al Crocifisso. Ma in che modo? Qui essa cerca di mettere in chiara luce tutte le parole e tutte le spiegazioni e, di conseguenza, di liberarsi dalle apparenti misteriose contraddizioni che compaiono nella Sacra Scrittura.

13. Questo anche le riesce; essa ha giustamente liberato dalla Croce la salma che nella sua parvenza rappresenta appunto una contraddizione. Ma che cosa ha ora questa nobile brama di sapere davanti a sé? Vedete, una salma morta, in cui ora non c'è vita alcuna!

14. Questa nobile brama di sapere se ne avvede anche, e tuttavia si rallegra in se stessa per questa felice liberazione dalla Croce. Essa unge la salma con preziosi aromi, l'avvolge in bianchi lini e la depone poi in una nuova tomba in cui mai nessuno è stato messo prima.

15. Che vuol dire questo? Per mezzo di una tale scrupolosa illuminazione della Parola nella Sacra Scrittura, si rende infallibilmente visibile la divinità della Parola stessa, e così Essa viene stimata e altamente onorata. Questa è l'unzione. Infatti non raramente qualcuno usa le espressioni più elevate in merito al valore e alla divina Altezza della Sacra Scrittura, ma tutto ciò è l'unzione della salma.

16. L'uomo con questa nobile brama di sapere avvolge tale riconosciuta Verità con la più alta e pura considerazione; sì, egli è preso da tremore per la grandezza della Sapienza in questo Libro, e questo non è nient'altro che l'avvolgimento della salma in bianchi lini. Come sono pieni di innocenza e puri di per sé tali lini, così è anche un simile umile riconoscimento, ma la salma, l'olio per l'unzione ed anche i lini non sono vivi e neanche danno la vita.

17. Ora però si deporrà questa salma in una nuova tomba. Che è dunque questo? Le conoscenze che l'uomo ha fatto sue in seguito alla sua nobile brama di sapere non gli danno la vita né una viva convinzione; perciò egli le prende tutte insieme e le depone nella tomba della sua intelligenza più profonda e ci mette sopra una pietra, il che equivale a dire che egli mette su tutte queste verità riconosciute come pure un dubbio molto pesante; infatti dice: "Tutte queste soluzioni dei misteri nascosti nella Sacra Scrittura sono ottime a udirsi, tuttavia non danno una evidente convinzione".

18. E ora, vedete, questo è lo stato in cui si trova letteralmente un qualsiasi accanito lettore! Egli può capire benissimo tutto quello che ha letto, dal senso naturale a quello spirituale più intimo; se però vuole una prova effettiva di tutto quello che ha ben riconosciuto, allora impara che neanche un granello di pulviscolo si piega alla sua volontà. E se vuol guardare la vita dello spirito, al suo posto invece gli si fa sempre incontro la notte della tomba, nella quale ha messo la salma; oppure, detto in altre parole: egli non ottiene sull'Aldilà alcuna certezza visibile in se stessa, ma per lui tutto è un'enunciazione e niente più, dunque una salma nella tomba.

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