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Capitolo 7 Spiegazione di Testi Biblici

"Questi andò da Pilato e lo pregò di dargli la salma di Gesù". (Luca 23, 52)

(2 gennaio 1844, sera)

16. L'uomo con questa nobile brama di sapere avvolge tale riconosciuta Verità con la più alta e pura considerazione; sì, egli è preso da tremore per la grandezza della Sapienza in questo Libro, e questo non è nient'altro che l'avvolgimento della salma in bianchi lini. Come sono pieni di innocenza e puri di per sé tali lini, così è anche un simile umile riconoscimento, ma la salma, l'olio per l'unzione ed anche i lini non sono vivi e neanche danno la vita.

17. Ora però si deporrà questa salma in una nuova tomba. Che è dunque questo? Le conoscenze che l'uomo ha fatto sue in seguito alla sua nobile brama di sapere non gli danno la vita né una viva convinzione; perciò egli le prende tutte insieme e le depone nella tomba della sua intelligenza più profonda e ci mette sopra una pietra, il che equivale a dire che egli mette su tutte queste verità riconosciute come pure un dubbio molto pesante; infatti dice: "Tutte queste soluzioni dei misteri nascosti nella Sacra Scrittura sono ottime a udirsi, tuttavia non danno una evidente convinzione".

18. E ora, vedete, questo è lo stato in cui si trova letteralmente un qualsiasi accanito lettore! Egli può capire benissimo tutto quello che ha letto, dal senso naturale a quello spirituale più intimo; se però vuole una prova effettiva di tutto quello che ha ben riconosciuto, allora impara che neanche un granello di pulviscolo si piega alla sua volontà. E se vuol guardare la vita dello spirito, al suo posto invece gli si fa sempre incontro la notte della tomba, nella quale ha messo la salma; oppure, detto in altre parole: egli non ottiene sull'Aldilà alcuna certezza visibile in se stessa, ma per lui tutto è un'enunciazione e niente più, dunque una salma nella tomba.

19. Ma questo che aiuto gli dà? Per quanto abbia letto molto, non è per mezzo di tutto ciò che ha letto che può pervenire a una convinzione viva, per cui assomiglia continuamente a un Giuseppe di Arimatea, e prende sì una salma dopo l'altra dalla croce, la unge e l'avvolge in bianchi lini, ma la salma rimane salma e viene sempre portata nella tomba.

20. Consideriamo invece accanto a ciò di nuovo la nostra Maddalena! Anch'ella fu bensì presente a questa operazione, però non avvolse la salma o la Parola in lini, non la depose nella tomba, bensì nel suo cuore ardente d'amore; e quando poi venne alla tomba, la pietra del dubbio era stata rotolata via dalla potenza dell'amore. I lini giacevano nella tomba ordinatamente ripiegati insieme, il che significa: il suo amore ha ordinato in lei in una maniera vivente la divina Parola. Ella non trovò più alcuna salma, ma trovò invece il Vivente, Che è risorto dalla tomba.

21. Che cos'è dunque meglio? Deporre la salma nella tomba, o trovare il Vivente sopra la tomba? Credo che la seconda cosa sarà chiaramente meglio della prima.

22. Ma perchè la Maddalena trovò ciò che Giuseppe di Arimatea non ha trovato? Perchè ella ha letto poco, ma amato molto; Giuseppe di Arimatea invece ha letto molto - come Nicodemo - ma in compenso amato di meno. Perciò ebbe a che fare con la salma, Maria (Maddalena) invece col Vivente!

23. Credo che anche questo sarà chiaro; e tuttavia prossimamente di nuovo un sole centrale in più!

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